Str 167 - Dopo tutto (Conclusioni)
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DOPO TUTTO (Conclusioni)
Il libro descrive le abitudini degli abitanti dell'isolotto di Krapanj, nei pressi di Sebenico, sulla costa orientale del Mar Adriatico. Krapanj è particolare per la sua topografia. Si estende su una superficie di soli 0,36 chilometri quadrati, ha un'altitudine massima di 1,5 metri sul livello del mare, dista solo 350 metri dalla terraferma e all'inizio degli anni '60 contava una popolazione di circa 1.500 abitanti. Era l'isola più densamente popolata del Mediterraneo.
Oltre all'agricoltura (i campi sono sulla terraferma) e alla pesca, comuni a tutti gli isolani, i Krapljani - così si chiamano gli abitanti di Krapanj - erano e sono tuttora impegnati nella raccolta delle spugne. Secondo alcune fonti, probabilmente già dalla seconda metà del XVI secolo, le raccoglievano immergendosi in apnea poi, intorno al 1700, le spugne venivano sollevate con tridenti da una piccola barca con soli due membri d'equipaggio. I mari in cui operavano si estendevano da Trieste al confine settentrionale albanese. Nel 1893, i Krapljani iniziarono a raccogliere spugne e, intorno al 1930, i coralli usando scafandri da palombaro. Immediatamente dopo la seconda guerra mondiale recuperavano come operai della compagnia di Spalato "Brodospas", le navi affondate durante la guerra nell'Adriatico e successivamente anche in Grecia, Turchia, Iran ed Egitto. Lavoravano inoltre come costruttori sottomarini o subacquei di porti e ponti nell'Adriatico e a Cipro, in Siria, nel Mar Rosso (Etiopia e Sudan), in Iran e in Ghana. Dal 1970 i Krapljani si immergono usando attrezzatura leggera, composta da una muta umida ed un autorespiratore ad aria. Raccolgono spugne e coralli ed eseguono vari lavori di costruzione sottomarina. Poiché sono più mobili ed efficienti dei palombari, questi ultimi vennero rimpiazzati dai primi. I palombari lasciarono il fondale
marino ai sommozzatori leggeri (i cosiddetti uomini-rana) a metà degli anni '80.
Il libro descrive in dettaglio le modalità di raccolta delle spugne con i tridenti e la vita degli equipaggi composti da due raccoglitori di spugne lungo i loro viaggi in mare che duravano dai 20 ai 25 giorni. Inoltre, il libro descrive anche come lavoravano e vivevano durante i loro viaggi le squadre di otto persone (con di solito due palombari) su barche più grandi. Durante le immersioni accaddero numerosi incidenti che costarono numerose vite. Alcuni sub furono vittime della malattia da decompressione e trascorsero il resto della loro vita da invalidi. Molti eventi drammatici, narrati da palombari e sommozzatori stessi o da altri partecipanti a questi episodi, vengono narrati in queste pagine. Le cause degli incidenti furono spesso l'ignoranza, l'inesperienza, l'attrezzatura subacquea non adatta ed a volte malfunzionante, la sopravvalutazione delle proprie capacità o la sottovalutazione del pericolo, la negligenza dell'assistente o di altri aiutanti del palombaro o del sommozzatore nonché altri fattori esterni difficili da prevedere che influenzano palombari e sub quando sono in immersione.
La raccolta di spugne e i lavori subacquei dei Krapljani sono presentati nel contesto dei sistemi socio-politici della monarchia austro-ungarica, del Regno di Jugoslavia, della Repubblica popolare federale di Jugoslavia, della Repubblica socialista federativa di Jugoslavia e dell'odierna Repubblica di Croazia. Non solo l'inusuale topografia ma anche la secolare tradizione della raccolta di spugne e delle attività subacquee rendono l'isola e
di Krapanj - ad eccezione di alcune isole greche con una tradizione simile - unica nel Mediterraneo, e forse nel mondo.
Traduzione / prijevod: Marko CURAVIĆ, Armando MELONE, Leonardo PINNA